I vecchi proverbi conservano la saggezza di un tempo, servendo da bussola morale nelle tempeste della vita moderna. Sono (quasi) sempre affidabili: cambiano i mezzi, le modalità, i tempi e le questioni ma l’animo umano rimane sempre lo stesso, i suoi errori e le sue distorsioni resistono allo scorrere del tempo.
Ad ogni modo, uno di questi detti mi sembra adatto alla situazione surreale che sto vivendo ultimamente, da quando è ormai chiara una mia volontà di mettermi in gioco alle prossime amministrative di Bertonico.
Il proverbio è il seguente:
“La gata malfidénta, quell che la fa la pénsa”
Proverbio lombardo
Questo proverbio ci pone davanti a una verità universale: chi si sente in difetto spesso proietta le proprie colpe sugli altri, seminando discordia e diffidenza.
Infatti, probabilmente per questioni di insicurezza personale, chi si contrappone alle mie scelte per la comunità si rifugia in questa pratica nel tentativo di distogliere l’attenzione dai propri errori e sottolineando o alcune volte inventando di sana pianta mancanze e fallimenti altrui. Questa è una danza pericolosa, un gioco di ombre e sospetti che, una volta innescato, può diffondersi come un fuoco in un terreno secco, consumando la fiducia e la comprensione reciproca che sono il fondamento di qualsiasi relazione umana, specie in una piccola comunità come la nostra.
La saggezza lombarda ci invita a riflettere su queste dinamiche, a guardare al di là delle apparenze e a cercare la verità anche quando è difficile da vedere. Ci incoraggia a essere migliori, a resistere alla tentazione di lasciarci guidare dalla paura e dalla colpa, e a lavorare invece per costruire una comunità più comprensiva e solidale.
Rimane l’amaro in bocca di aver discusso in privato di quanto sia importante mantenere un certo livello di rispetto nell’ambito della discussione, per poi trovarsi a distanza di poche settimane di nuovo oggetto di maldicenze gratuite.