Coltivare l’amicizia e il valore duraturo delle relazioni

Insegnare ai nostri figli il valore dell'amicizia è un investimento nel loro futuro ma anche nel nostro. Coinvolgere i nostri figli nelle beghe degli adulti invece, una idiozia.

Come sempre, qui su elementozero cerco di proporvi delle riflessioni a partire dal mio vissuto ma forse è la prima volta che parlo di un argomento riguardante la genitorialità. Oggi, non so se per fortuna o purtroppo dato il tema, iniziamo anche questa fase del blog.

Nel mondo (a tratti distopico) del 2023, in cui le distrazioni digitali sembrano dominare le nostre vite, l’insegnamento del valore dell’amicizia ai nostri figli credo sia diventato più importante che mai. Da rappresentante di classe dei genitori di prima elementare ho ben presente il tema e anche l’importanza che viene dato ad esso da insegnanti e educatori. Come genitori, credo che siamo chiamati a dare un forte contributo, trasmettendo loro l’importanza di coltivare relazioni significative e durature con coetanei e amici.

Attraverso l’amicizia, i nostri figli imparano l’empatia, la condivisione, la collaborazione, la pazienza, il rispetto per gli altri e la comprensione delle differenze. Chiunque non viva fuori dal mondo sa bene quanto questi valori siano davvero fondamentali per sopravvivere nel mondo degli adulti e nel mondo del lavoro in particolare.

Tuttavia, dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che le beghe e i conflitti tra adulti possono influenzare negativamente questo tipo di educazione, nella maggior parte dei casi in maniera involontaria. Purtroppo ho ragione di credere che in alcuni casi sia un obiettivo ricercato quello di minare le amicizie dei propri figli alla base, in una logica perversa alla competizione perenne e (concedetemi un paragone un po’ pesante) quasi a prendere Tony Montana di Scarface come modello virtuoso di relazioni interpersonali; capite anche voi che non sarebbe il massimo.

Nella vita adulta i conflitti accadono, è innegabile. Possono esserci divergenze, anche pesanti, di natura personale, economica, politica o affettiva. L’umanità è fatta anche di conflittualità. Non è necessario essere amici di tutti ma è senz’altro importante non essere nemici di nessuno. Essere umani significa stabilire relazioni normali anche nelle differenze. Aggiungo, viva le differenze! Perché la diversa visione delle cose è stato un motore evolutivo per la nostra specie e non saremmo qui oggi senza questo aspetto della nostra umanità.

Ricordiamoci però che il rapporto genitore-figlio è unico. I nostri figli ci guardano come modelli di riferimento. E che riferimento saremmo se la slealtà, le piccolezze, la conflittualità di certe relazioni adulte andasse a intaccare il loro bisogno di amicizia come elemento di crescita?

Per questo dobbiamo cercare di risolvere i nostri conflitti da adulti in modo maturo e rispettoso, mostrando ai nostri figli che le divergenze di opinione sono normali, ma che possono essere gestite in modo costruttivo e pacifico. Dobbiamo mostrare loro che non è necessario rompere una relazione tra persone a causa di un disaccordo, di qualsiasi natura esso sia.

Teniamo a mente che stiamo educando la prossima generazione di adulti. Fare in modo che crescano come persone rispettose, empatiche e capaci di costruire relazioni forti e significative è nel loro interesse ma anche nel nostro in senso più allargato, come genitori e come società.

Posso già prevedere una critica a questo mio post: “sì ma il mondo la fuori non è fatto per i buoni sentimenti, la competizione è reale, richiede furbizia non buonismo”. Buonismo… Una parola che ho sempre odiato perché spesso la realtà ci ha abituato che l’esatto contrario di questo presunto atteggiamento sia quello di essere dei perfetti stronzi. Mettiamola così, portando all’esasperazione il concetto espresso in questa potenziale critica vivremmo in una società totalmente distopica, de-regolamentata, dove sarebbe possibile letteralmente uccidere per far valere le proprie ragioni. Forse la violenza in cui siamo immersi oggi dipende anche dal fatto che da bambini non abbiamo avuto genitori in grado di insegnarci il valore delle relazioni?


Vi lascio con questa domanda aperta e questo dubbio. Come sempre, sono curioso di avere la vostra opinione, nel caso.