Flusso di coscienza novembrino

Pensieri così come arrivano.

Comincia a fare freddo, un freddo… Normale? Va bene eh, benone. Anche la pioggia era lungamente attesa e benvenuta. Oggi l’Adda era ancora in piena ed erano mesi che non lo vedevo così. Il giubbotto di pelle che ho tirato fuori solo tre settimane fa comincia a non fare più il suo dovere e durante le mie consuete passeggiate giornaliere gli spifferi arrivano senza pietà tanto che un paio di raffreddori me li sono già beccati.

Già, le passeggiate. Quei momenti in cui assaporo la vita di provincia. Un caffé al bar, un chilometro e mezzo intorno al paese, attraverso il parco; qualche saluto, qualche chiacchera… Sono il polso della vita qui che ultimamente non è uno spasso. Le relazioni sono davvero tese senza che in fondo ci debba essere un motivo esistenziale per questa tensione. Si guarda al paese in maniera diversa, anche prenderne atto e rispettare queste differenze sarebbe un bel passo in avanti. Ma così non è, per ora.

Ad ogni modo, non è un periodo facile. Al peso delle relazioni si aggiunge anche la preoccupazione generale per le cose del mondo: dalle guerre sempre più vicine all’economia che non è esattamente uno spasso e la cosa ha conseguenze sul mio lavoro ma anche sulle mie prospettive di carriera, perché si sa, l’ambiente milanese è spietato e basta un soffio di vento per campare scuse che alla fine demotivano le persone. E intanto si cerca di portare a casa gli ultimi ordini, di stringere accordi per i mesi a venire, cercare di fare bene il proprio dovere insomma, alla ricerca di opportunità e, per quanto mi riguarda, del metodo di lavoro perfetto (eh sì, ancora sono alla ricerca del metodo definitivo, sembra la ricerca del Graal).

Ho sempre con me un libro a farmi compagnia ed è una gran cosa, specie ora che viaggio spesso con i mezzi pubblici, cosa che non ero più abituato a fare. Poter leggere qualche pagina invece che essere assorbito dalla cacofonia di altri tipi di intrattenimento è una delle poche cose che riesce a rilassarmi.

Oltre alle passeggiate. A parte il freddo e i pensieri, la sensazione di liberazione è comunque confortevole.

Dovrei ricominciare a correre un po’.