Tabelline e ceffoni

Valditara pensa che l’umiliazione formi la personalità. Che anno è? Il 1935? Forse sì.

“Soltanto lavorando per la collettività, umiliandosi anche – evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita della personalità – di fronte ai suoi compagni è lui che si prende la responsabilità dei propri atti. Da lì nasce il riscatto“

Ministro Giuseppe Valditara (Istruzione)

Io, in tutta onestà, non riesco a pensare a un modello pedagogico più retrogrado e cretino di questo: l’umiliazione assurta a fattore fondamentale per la formazione della propria personalità. L’affermazione è stata fatta dal Ministro Giuseppe Valditara a margine di un convegno chiamato “Direzione Nord”, senza apparente replica da parte del moderatore.

Valditara si riferiva al suo ideale programma pedagogico, rivolto verso i ragazzi “difficili”, recentemente oggetti di una sua altra uscita che li vorrebbe attivi verso lavori socialmente utili (cosa che non ha sicuramente inventato lui ma esiste da un pezzo). Soppesando la validità di questo approccio al tema che non posso giudicare ma sul quale mi riserbo qualche dubbio di efficacia, il messaggio che passa è devastante: la personalità si forma dall’umiliazione.

Penso a me, che ho lavorato per 6 anni sulla mia autostima, totalmente corrotta e rovinata da anni di: “potevi fare meglio”, oppure “non hai dato abbastanza” o “non sei abbastanza cool per noi”. Non parlo solo di episodi di bullismo subiti da ragazzo ma anche di bullismo lavorativo e, mi dule dirlo, alle volte un’educazione un po’ troppo all’antica.

Se oggi, all’alba dei 40 anni, comincio a capire dove siano i confini inesplorati della mia personalità, non lo devo sicuramente alle tante umiliazioni subite che anzi, hanno pesato come una zavorra su tutto il resto; sulla mia capacità di affermarmi, sulla mia assertività e la mia affettività, famiglia compresa.

Se oggi più del 50% di chi ha usufruito del bonus psicologo ha meno di 35 anni, non è sicuramente per i metodi educativi che ha in mente Valditara e che spero vivamente non vedranno mai la luce, magari bloccati da burocrati e esperti dei ministeri, che mi auguro servano a qualcosa di positivo ogni tanto.

Le punizioni e le umiliazioni non servono a nulla. Sono deleterie e nella maggior parte dei casi non risolvono i problemi perché sono uno strumento spesso abusato e utilizzato malamente. Qualsiasi manuale da genitore, moltissimo psicologi affermano ciò. Non me lo sono inventato io.

E allora a chi si rivolge Valditara? Semplice. Queste uscite servono solo a una cosa: solleticare la pancia di tutti quei 50-60 enni cresciuti a tabelline e ceffoni, molti elettori di questo Governo e talvolta detentori di baby pensioni, che non vedono l’ora di far subire lo stesso trattamento che li ha fatti crescere come piante storte anche sui loro nipoti. Valditara parla a loro, ai loro bassi istinti di revanscismo contro le nuove generazioni, colpevoli a prescindere.

Mi sento di dare un consiglio al Ministro per la sua prossima uscita: nel Missouri del 2022, a Cassville, l’amministrazione locale ha re-introdotto le punizioni corporali nelle scuole della città. Erano state abolite da quei fricchettoni che stavano nella Corte Suprema USA del 1977.

Valditara, forza! E’ giunto il momento delle vergate sulle nocche! Non perdiamo altro tempo!

2 commenti

signoraWaldorf Novembre 25, 2022

Sai, facevo la medesima considerazione: è un governo che si rivolge molto ai più anziani, dall’assalto ai rave party, alla promessa di mandare in pensione prima le madri (quelle attualmente a due passi dalla pensione, perché dubito che ritengano davvero che una misura che fra trent’anni potrebbe essere annullata incentivi davvero alla natalità oggi) e ora anche parlare di umiliazione.
Quanto devono odiare i giovani queste persone? Tanto quanto ne devono provare paura, così come si ha paura di ciò che non si riesce e non si vuole comprendere.

drpbrock Novembre 25, 2022

Felice di non essere il solo a vedere l’odio viscerale che riescono ad esprimere per le nuove generazioni. Ad ogni modo è sempre una questione di nodi che vengono al pettine dopo. Magari tanti tra questi, tra 5 anni votano. E li non scappi.