Già lo scorso anno mi ponevo qualche domanda su come viene celebrata la Memoria dell’Olocauso degli ebrei da parte del nazi-fascismo, se ricordate.
Quest’anno, anche a causa delle vicissitudini locali, Elena si è trovata a poche settimane a dover organizzare una iniziativa significativa sul tema e l’idea è nata, come tante altre a cena:
Perché non promuovere a vario livello alcune letture che possano far toccare con mano il significato di quegli orrori? Già, perché non farlo, specie in un paese dove fino la biblioteca comunale è sempre stata la “Cenerentola” dei luoghi pubblici?
Perché la lettura è un superpotere: ci mette in maniera unica a confronto con situazioni, testimonianze e pensieri vissuti da persone del passato più o meno lontano. Un mezzo unico per capire, approfondire e fare tesoro degli insegnamenti che episodi come l’Olocausto possono insegnarci.
Si sente spesso dire: “affinché non succeda più”. lo si legge su cartelli, volantini, manifestazioni… Ma è solo con la testimonianza che possiamo assicurare il futuro. E la letterattura è una testimonianza fortissima e importantissima e nient’affatto scontata.
La notte del 10 Maggio 1933, cinque mesi dopo l’ascesa al potere del nazismo, Berlino e molte altre città della Germania furono illuminate dal rogo dei libri (in tedesco, Bücherverbrennungen, una pagina vergognosa nella storia della Germania). Solo nella capitale, quella notte più di 20.000 volumi furono gettati dentro il fuoco. Il rogo dei libri non fu organizzato direttamente dal governo di Hitler, ma incoraggiata dai nazisti fu portata avanti dagli studenti tedeschi, infervorati dalla propaganda del nazismo che stigmatizzava gli intellettuali in genere, e in particolar modo quelli ebrei o di sinistra.
I libri, il sapere, la testimonianza furono tra le prime vittime del nazismo. Questo perché le idee, le testimonianze, il pensiero critico sono i primi nemici di ogni regime autoritario. Perché credete che il Fascismo in Italia debellò ogni forma associativa e ogni giornale indipendente dal pensiero unico? Per questo non possiamo permetterci oggi di mollare la presa sulla testimonianza che proviene da queste fonti storiche.
Nel 2022, rispetto all’anno precedente, diminuisce la quota di lettori di libri, pari al 39,3% della popolazione di 6 anni e più (40,8% nel 2021). Tra questi, il 44,4% legge fino a 3 libri l’anno, mentre i “lettori forti” (12 o più libri letti in un anno) sono il 16,3%. La lettura di libri è soprattutto prerogativa dei giovani nella fascia d’età tra gli 11 e 24 anni e delle donne.
NOI Italia, 2023 – ISTAT
Gli italiani di oggi non sono un popolo di lettori. Più della metà della popolazione non legge e di conseguenza non frequenta le biblioteche intese come luogo per il prestito di libri (ma come detto, le biblioteche potrebbero essere molto di più).
E’ quindi dovere di chi amministra promuovere una frequentazione sana e vivace di questi luoghi, senza darla per scontata. Il Comune di Bertonico paga ogni anno svariate migliaia di euro alla Provincia per mantenere una presenza bibliotecaria in loco, pur per poche ore alla settimana. Questo è un asset che non possiamo semplicemente ignorare, specie con una situazione così drammatica di disinteresse verso la lettura. Non è solo un’opera culturale ma per quanto detto prima, questa attenzione è un esercizio di democrazia!
Quindi ecco da dove è nata la scelta di questi due manifesti pro-lettura su un tema così cruciale come l’Olocautso. Leggere per non dimenticare è il titolo della proposta. E questa è la selezione di libri che sono disponibili per il prestito in loco e grazie al Sistema Bibliotecario Lodigiano che spero possa incuriosirvi e far riflettere in questo giorno così importante.