I’ve been waiting
For her for so long
Open the sky
And let her come downHere comes the rain
Here comes the rain
Here she comes again
Here comes the rain
La prendo un po’ poeticamente, citando un magnifico pezzo dei Cult ma qui il poema ha i caratteri della tragedia. Oggi qualche pensiero libero su clima, pioggia, politica e sostenibltà. Lungo questo stream of consciousness lascio qualche link che spero possa interessare.
Piove, finalmente. Ma non è una pioggia sana. E’ una pioggia infame che sta causando sofferenze immani ai vicini dell’Emilia-Romagna. E’ una pioggia cattiva, insalubre, figlia di come stiamo trattando il pianeta e dei forti squilibri che stiamo causando al clima.
Il fatto che i climatologi ormai parlino di adattamento e non più di limitazione è un fatto emblematico. Ci aspettano decenni, forse secoli di eventi atmosferici estremi e dalle estreme consguenze. L’allarme lo lancia periodicamente l’IPCC ma sono tante le voci che vanno ripetendo da anni la necessità di un cambio di passo costruita sulla sostenibilità e la transizione ecologica, nonché l’abbandono dei combustibili fossili.
Voci inascoltate dalla politica in primis. Ancora in questi giorni qualcuno a Lodi accusa un consigliere del PD con a cuore questi temi di “ideologia estremista”, non capendo che il tempo della procrastinazione è finito (PS: anche a me non stanno simpatici i metodi di Ultima Generazione ma negare il tema come fa Maggi è parecchio sciocco). E più localmente, gli sforzi in tal senso, come quello di istituire una Comunità Energetica Rinnovabile oppure agire sullo spreco di energia e risorse idriche incontrano ancora resistenze senza senso anche da parte di chi si professa ambientalista.
Sono reduce da un recente incontro di Federchimica dove si è parlato di economia circolare nell’industria chimica. Il tema è molto caldo e sicuramente l’interesse cresce e le aziende si stanno dotando di strumenti importanti per fare un assessment della propria situazione e cercare aree di miglioramento. Ma ancora troppo spesso a una soluzione più sostenibile si preferisce una soluzione più classica da fonti fossili anteponendo l’aspetto economico e il profitto all’impatto ambientale delle tecnologie; chiariamoci, tutto è legittimo ma ci sono conseguenze.
Qui nel Lodigiano un produttore di insalate in busta è preoccupato dalle nuove direttive europee che forse imporranno la riduzione delle confezioni monouso in plastica. Eppure le alternative esistono e qualcuno le sta già adottando. Ma innovare costa in termini economici e in termini di ingegno…
Come dicevo, un po’ di pensieri sparsi. Da una parte un uomo che fatica a trovare una strada sostenibile per il suo sviluppo, dall’altra una natura che, parafrasando un amico, non è benigna e mostra tutto il suo disappunto.
Impareremo qualcosa? Sono scettico.