Quando non sanno che pesci pigliare tirano fuori una SOCIAL CARD.
Oggi la chiamano DEDICATA A TE ma alla fine è la stessa misura che Silvio Berlusconi aveva adottato durante il suo Governo del 2009 (rif. DL 112/2008), una misura che a dire del suo Governo doveva contrastare l’incertezza economica (n.d.r., causata dalla crisi dei subprime); praticamente fu come sparare con una pistola ad acqua su un incendio.
Anche la card DEDICATA A TE si rivela una misura sotto-finanziata, una tantum (non mi è chiaro perché serva una card, considerato che la somma verrà erogata una tantum, ma vabeh) e senza assolutamente alcun carattere strutturale ma a questo giro con una postilla per rendere tutto più stucchevole…
Saranno eslcusi dalla misura anziani soli o nuclei famigliari inferiori alle 3 persone e ancora chi non ha presentato ISEE pur essendo in condizioni di grave indigenza. Quindi ancora una volta ci si dimentica che parte di chi vive difficoltà di reddito sono single: dai precari ai genitori single, dagli studenti fuorisede ai liberi professionisti agli anziani.
Insomma, oltra a essere una misura inadeguata è anche una misura ingiusta e ideologica.
Chiariamoci, a me il Reddito di Cittadinanza così come era stato concepito non è mai piaciuto e questa card ci somiglia molto ma aggiunge alla funzione socio-economica (di molto inferiore al RdC) anche un carattere grottesco. Un sostegno al reddito deve essere adeguatamente supportato da un sostegno al re-integro sociale e lavorativo. Nulla me lo toglie dalla testa.
Quello che vedo però è la totale mancanza di volontà di affrontare il tema da un punta di vista di sistema che, devo dire, purtroppo ha accomunato molti governi negli ultimi 15 anni di politica, anche di colore diverso da quello attuale.
Invece di fare affidamento su misure assistenziali come la Social Card o questa nuova iniziativa governativa, sarebbe molto più efficace se il governo italiano investisse in politiche strutturali volte a creare opportunità economiche e ad aumentare l’occupazione. Questo potrebbe includere investimenti in formazione ed educazione, sostegno all’imprenditorialità con conseguente creazione di posti di lavoro e politiche di inclusione sociale. Inoltre, sarebbe utile implementare riforme strutturali volte a ridurre le disparità economiche e a garantire un accesso equo ai servizi di base, che per altro sono un volano per ulteriori investimenti nel privato e di conseguenza per occupazione e innovazione.
Ognuno di questi punti meriterebbe un post a parte ma entriamo in un campo in cui le mie competenze sono molto limitate e le mie idee e intuizioni potrebbero non essere tutte corrette.
Questo non significa comunque che l’assistenza sociale non dovrebbe essere parte della soluzione, ma dovrebbe essere vista come un complemento alle iniziative strutturali, non come la principale risposta alla povertà. La lotta alla povertà richiede un approccio olistico e integrato che affronti le cause profonde del problema, non solo i sintomi.
Io onestamente questo approccio olistico non lo vedo come priorità, specie da parte di questo Governo e con una recessione alle porte la cosa mi preoccupa non poco.