Gentile Direttore,
nel leggere la lettera inviata da Luca Folli al Vostro giornale sono rimasto letteralmente sgomento. Una lettera che sembra uscita direttamente da tempi del medioevo e invece trova spazio nel dibattito pubblico del 2023. Mi rammarico anche che alcune etichette siano utilizzate da uno stimabile giornalista quale ritengo sia Andrea Bagatta. Ma tempo al tempo, ci arriverò in questa mia lettera.
Rispondo in primis sull’aspetto politico identificato da Folli e riassumibile in “Il Partito Democratico perde consensi perché disorientato”. Ringraziando Folli per aver espresso questa profondissima analisi politica, sottolineo come il Partito Democratico sia anche l’unico partito politico italiano ad andare a congresso, su mozioni dettagliate e idee concrete proprio per riorientare il proprio elettorato. Ogni altro partito citato pecca terribilmente da questo punto di vista, amministrando le proprie mutazioni secondo i capricci del leader di turno. Pur ritenendo il carisma un valore essenziale in un politico, ritengo anche che il leaderismo fine a se stesso sia uno degli aspetti che più hanno danneggiato il tessuto politico (e di conseguenza sociale ed economico) italiano degli ultimi 30 anni. Un partito che si chiama a un “congresso costituente” invece, mi sembra che si faccia carico dei problemi e voglia dare risposte ai propri elettori di un certo peso.
Poi, a ognuno le proprie considerazioni.
Arrivando all’analisi dello spessore politico della nostra candidata Roberta Vallacchi, sia Folli che Bagatta non mancano di sottolineare come la stessa sia “la madre del sindaco di Lodi” in quanto demerito. Per Folli addirittura questa sarebbe una discriminante fondamentale per la scelta di un candidato. A entrambi rispondo ribadendo ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che la candidatura di Vallacchi è stata approvata dall’Assemblea Provinciale a rappresentanza di tutti gli iscritti e non come un “prendere o lasciare” ma come scelta condivisa e aperta al confronto per un ragionevole lasso di tempo (considerando anche le scelte sulle scadenze elettorali molto ravvicinate e caotiche). E mi sia permesso, da questo punto di vista il PD ha imparato dai propri errori passati…
Da compagno di partito e, ritengo, amico di Roberta che conosco da molti anni, penso che il solo etichettarla come “madre di Furegato” (e qui mi rivolgo a Folli e Bagatta) sia un tentativo maldestro di sminuirne il valore. Quindi mi lasci dire che Roberta è ben altro! Si è spesa nel sociale per anni, si è battuta fieramente per le sue idee anche contro il “mainstream” del PD e ha guidato il Partito Democratico Lodigiano in una fase convulsa e travagliata come quella degli ultimi tempi, riuscendo oltretutto a riavvicinare persone (come il sottoscritto) che si erano allontanate dal partito per molti anni; il tutto riuscendo anche a infondere un entusiasmo che non si osservava da tempo.
E sì, è anche una madre, che ha cresciuto due figli straordinari e che con le loro competenze, frutto anche dell’amore materno, hanno raggiunto traguardi incredibili. Credo che chiunque debba vedere in questo un valore, non un demerito! Le sue competenze professionali sono inattaccabili oltretutto e quindi sì, personalmente ma credo anche a nome della maggior parte dei tesserati lodigiano, ribadisco: Roberta Vallacchi è il miglior candidato (insieme a Roberto Ferrari) che il Partito Democratico poteva esprimere in questa fase e siamo fieri e orgogliosi che una persona così competente, capace e umana sia candidata alle Regionali 2023 della Regione Lombardia.
Mi permetta infine un saluto a tutte le “madri” del Lodigiano: donne che sono anche professioniste, persone competenti, fini pensatrici, esseri umani con pregi e fragilità come tutti gli altri e che sono sicuro troveranno in Roberta una rappresentanza di qualità in Regione Lombardia se vorranno votarla il prossimo 12 e 13 febbraio.
Paolo Bianchi
Add on – Risposta al Direttore Rinaldi che in seguito alla mia lettera scrive:
Direttore Rinaldi, non mi sento assolutamente in malafede. Non intendo di certo insegnare il lavoro a nessuno ma ritengo che si possa dire molto dei candidati al fine di fare informazione e dare elementi di orientamento agli elettori. Parlare delle esperienze del candidato, delle sue skills, della sua storia ad esempio; i politici sono chiamati a gestire un territorio e il fattore delle competenze è a mio avviso cruciale per una scelta consapevole sul proprio voto. Limitare l’analisi a due elementi, tra cui uno è “ha come etichetta il fatto di essere la mamma del sindaco di Lodi” mi spiace, ma è e rimane svilente per la candidata. Quindi ritengo che di stucchevole nella mia lettera c’è ben poco. Cordialità.
Paolo Bianchi