Parte da Noi – Discorso congressuale, Bertonico 17-2-2023

Riporto qui il discorso che ho tenuto davanti agli iscritti di Bertonico e Turano Lodigiano del Partito Democratico, a favore della mozione Parte da Noi con Elly Schlein segretario. So che la poltica non interessa a tutti i lettori di questo blog ma forse il problema è anche questo: non ci interessa più di come la “cosa pubblica” viene gestita. E non va benissimo. Buona lettura e se vorrete lasciare un commento… Grazie.


Buonasera a tutti,

Per chi non mi conosce sono Paolo Bianchi, abito a Bertonico dal 2011. Sono sposato, ho un figlio, lavoro come Sales Manager in una società di distribuzione di prodotti chimici. Dal 2015 al 2019 sono stato Consigliere Comunale a Bertonico e sono stato iscritto al Partito Democratico dal 2009 al 2016 e poi dal 2022 a oggi.

Introduzione

Benvenuti alla presentazione della nostra mozione “Parte da Noi”. Sono lieto di essere qui oggi per parlare di come la nostra squadra, guidata dalla candidata segretario Elly Schlein, vuole trasformare il nostro partito e il nostro paese se avrà la fortuna e l’onore di avere il vostro sostegno.

Il nostro partito ha purtroppo visto annacquare il suo valore e i suoi principi negli anni e oggi più che mai è necessario dare una nuova rotta al Partito Democratico, specie dopo la sconfitta del 25 Settembre e più recentemente in seguito alle elezioni regionali che ancora una volta hanno premiato il centro Destra, nonostante l’elezione di Roberta Vallacchi in Consiglio Regionale. Perché siamo arrivati a questa situazione?

Non è mia intenzione fare la consueta “analisi della sconfitta” ma alcune cose chiare devo dirle, perché fanno parte anche della mia storia politica ed è per questo che ho trovato in Elly Schlein e in questa mozione molto di me. Anche perché un bel pezzo della sua storia politica ha coinciso con la mia: dall’uscita dal PD in piena era Renzi, ai primi anni in Possibile e il rientro nel PD… Quasi una storia in parallelo, evidentemente per motivi molto simili.

Da ormai più di dieci anni, il Partito Democratico ha quasi sempre governato pur senza una affermazione netta alle elezioni politiche. Dal Governo Monti al Governo Draghi, di larga intesa a larghissima intesa, abbiamo speso dieci anni a sostenere spesso politiche che non erano fino in fondo nostre, smarrendo la nostra identità e milioni di voti per strada.

L’astensione drammatica alle elezioni, uno dei punti cardine di una sana democrazia, arriva alla fine da qui. Un distacco, un solco sempre più marcato tra il potere politico e la vita della gente. So che sembrano frasi fatte ma provate a parlare con qualcuno che non vota alle elezioni e le giustificazioni sono sempre quelle… “Sono tutti uguali”. Mica è vero (come diceva Bersani), ma non basta dirlo. Va fatto capire.

Questo congresso costituente deve davvero cambiare le cose e il Partito Democratico deve tornare a dire cose chiare ma soprattutto decidere a chi rivolgersi, anche per riportare la gente alla vita politica e democratica.

La mozione Parte da Noi quindi è a servizio del PD e del paese, si basa su un assunto principale, ovvero che giustizia sociale e climatica sono inscindibili, così come diritti sociali e diritti civili.

Come decliniamo questi punti nella mozione? Cerco di riassumere brevemente i punti salienti e sono a disposizione nel caso ci fossero domande specifiche nello spazio del dibattito.

Un futuro più giusto: contrastare ogni forma di diseguaglianza e discriminazione

Negli ultimi anni, con il susseguirsi di crisi economiche, sociali e sanitarie, le disuguaglianze sono aumentate in maniera spaventosa. Partiamo da un esempio pratico: i miliardari hanno visto i loro patrimoni aumentare in maniera vertiginosa e sono dall’altro lato sempre di più le famiglie e i minori in difficoltà e in condizioni di povertà materiale e culturale. Un mondo diseguale è un mondo destinato alla rovina e il nostro Paese non è estraneo a questo tipo di realtà. Ripensare il nostro modello di sviluppo è una decisione non più rinviabile.

Cosa vuol dire ripensare il modello di sviluppo? Significa fondare un nuovo patto sociale tra stato e cittadini, che punti l’attenzione su:

  • Puntare sulla sanità pubblica: è una materia ormai prettamente regionale, ma voi credete davvero che le liste di attesa in Regione Lombardia crolleranno dalla sera alla mattina? Credete che il pasticcio delle “case di comunità” sarà risolto con una bacchetta magica dalla fatina Patrizia Baffi? No signori. Serve pianificazione, serve testa ma servono anche soldi che non possono solo andare a ingrassare gente che fa profitto sulla salute della gente.
  • Istituire un welfare di prossimità degno di un paese civile. Stare vicino ai fragili, agli anziani, ai non-autosufficienti e ai loro caregiver che spesso sono lasciati soli davanti a problemi enormi, sia economicamente sia psicologicamente.
  • Lavorare affinché le pari opportunità siano una cosa reale e non un bel proposito che poi non trova mai attuazione. Oggi c’è un divario enorme di possibilità e di futuro per un bambino nato al sud e un bambino nato al nord. Per un bambino nato in una famiglia di imprenditori e uno nato in una famiglia di operai. E questo lo vediamo anche qui, nella provincia, anche a Bertonico. La mia esperienza di rappresentante di classe mi mette a contatto con queste realtà e io non ci dormo la notte, ve lo assicuro.
  • Progressività fiscale e previdenza intelligente. Significa che chi ha più deve pagare di più, quindi assolutamente no “flat tax”. Chi ha evaso il fisco deve ridare il maltolto. Basta condoni. E poi bisogna semplificare il fisco in maniera drastica.
  • Politiche di genere intelligenti e tutela dei diritti LGBTQIA+: anche qui, pari opportunità nella PA ma anche nel privato, lotta alle discriminazioni che spesso sapete, sono questione molto subdola e si annidano in situazioni all’apparenza normali. Non basta, mi spiace dirlo, un volantino, una panchina per risolvere questo problema. Non servono gesti ma fatti concreti e tutele puntuali. Idem per i nostri amici delle comunità LGBTQIA+:
  • Cittadinanza e politiche di integrazione: non se ne può più di vedere, e anche qui c’entrano le pari opportunità, ragazzi figli di immigrati trattati come cittadini di serie B. Frequentano le nostre scuole, sistemano le nostre strade, lavorano nei nostri capannoni e nei nostri uffici. Creare barriere in nome dell’essere italiano è aberrante. Siamo conosciuti all’estero come uomini di pace ma non sappiamo fare pace all’interno dei nostri confini. E’ assurdo e va cambiato.
  • Tutela dello stato di diritto e contrasto alle mafie: dove c’è mafia, i diritti umani e di cittadini della Repubblica sono negati. Il contrasto a ogni forma di mafia è una priorità sempre presente.

Accompagnare tutta la società nella conversione ecologica

Su questo importante punto la faccio molto breve ma sono sicuro che mi capirete: guardatevi intorno. Non piove da settimane. La terra di Bertonico è polverosa e arsa proprio nel momento della semina. Parlate con qualsiasi agricoltore e vi dirà quanto è stata dura la scorsa stagione. Ma è solo un elemento di una emergenza climatica che sta toccando tutti e mina il nostro futuro.

Mobilità sostenibile, economia circolare, incentivazione delle energie alternative quali solare ed eolico dove possibile; e qui un plauso al Sindaco Chiesa che ha portato avanti il progetto di Comunità Energetica Rinnovabile che, se avrà successo, porterà nuovi investimenti in tal senso nel comune di Bertonico. Fino ad arrivare a politiche industriali che vedano nella sostenibilità un faro (riduzione delle emissioni, utilizzo di materiali biobased, sviluppo delle competenze specifiche necessarie. Tutte cose che non possiamo più rimandare in nome di “è una fase” oppure del “costa molto”. Chiaro che costa, chiaro che come Paese dobbiamo accompagnare questa transizione ma può portare investimenti, sapere e PIL.

Restituire dignità e qualità al lavoro

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” Parole che tutti dovrebbero conoscere e apprezzare in quanto fondamento della nostra Repubblica. Ma quale natura ha il lavoro oggi? Come ci porta a essere cittadini consapevoli e degni?

Il nostro Paese è l’unico dell’area Ocse nel quale, dal 1990 al 2020, il salario medio annuale reale è diminuito. Il lavoro a partita IVA, autonomo, professionale è sempre più insicuro e fragile. L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di NEET, i giovani che non lavorano, né studiano, né cercano occupazione.

Trasformare il mondo del lavoro affinché venga messa al centro la dignità del lavoratore è una priorità che non possiamo rimandare, specie perché se non ci pensiamo noi, non pensiamo che la destra ci farà qualcosa eh! E diciamolo chiaramente: anche noi abbiamo i nostri peccati.

Il “Jobs Act” e il “decreto Poletti” sulla facilitazione dei licenziamenti e la liberalizzazione dei contratti a termine sono azioni portate avanti dal Partito Democratico a guida Renzi. Gli stage extra-curricolari mal pagati e spesso insicuri, sono stati introdotti con queste belle trovate. E non è che un modello diverso sia impensabile: pensiamo a cosa ha fatto Sanchez in Spagna ad esempio con la limitazione dei contratti a limitatissima durata; un piccolo passo? Forse, ma nella direzione giusta.

Altri temi importanti, la sicurezza sul lavoro che ogni anno miete vittime. Ma poi pensate, nella maggior parte dei casi per mancati accorgimenti di sicurezza o manomissioni “perché altrimenti si perde in produttività”. Robe da pazzi nel 2023, robe che non sono degne di un paese civile, ripeto.

Infine l’introduzione della riduzione d’orario lavorativo a 4 giorni. Guardate, se c’è una cosa che la pandemia ha reso più che mai chiaro è che il tempo è un bene preziosissimo e limitato e una sua gestione più umana è una necessità sempre più pressante. Pensiamo al fenomeno delle “grandi dimissioni” o del “quiet quitting”… Fenomeni che sottolineano appunto come il tempo di vita e il tempo lavorativo non siano sacrificabili uno all’altro ma debbano invece essere bilanciati in maniera sostenibile.

Parte da noi, l’impegno per un mondo più giusto

Il tema di fondo della mozione è che l’impegno parte da noi. Non solo nei confronti dell’Italia ma del mondo intero. La democrazia è in crisi un po’ dappertutto perché manca la partecipazione e la partecipazione manca perché si è perso fiducia in ciò che è giusto.

E la democrazia in crisi genera fame, miseria, ingiustizia, soprusi. Pensiamo all’Iran, pensiamo all’Ucraina, pensiamo all’Afghanistan.
E’ nostra precisa responsabilità non voltare la faccia quindi sostenere senza paura che certe cose sono sbagliate. Non “alternative” al modello occidentale ma sbagliate. Punto.

Quindi bene il sostegno all’Ucraina ma con un rilancio vigoroso dell’azione diplomatica. Giusto per fare un esempio.

E avanti, con forza e senza distinguo, a un progetto per una Europa più federale e solidale. Mettendo mano ai trattati, promuovendo una maggiore integrazione, combattendo le ingiustizie dove anche in Europa persistono e lottando con forza con i piccoli egoismi nazionali che danneggiano gli altri stati membri, pensiamo all’elusione fiscale mascherata portata avanti da alcuni paesi europei.

Cambiare insieme il Partito democratico

“Bello questo libro dei sogni, Paolo” direte. Eh, bello sì. Ma ai sogni questo PD ci ha rinunciato da un po’, prendendo in affitto quelli degli altri. Complice anche uno scarsissimo coinvolgimento degli organi democratici di questo partito, a cominciare dai circoli e dai suoi iscritti.

Le Assemblee, le Agorà, i singoli Circoli hanno un ruolo determinante a tenere vivo il Partito, a tenere accese le sue idee. Non possono diventare organi interpellati solo quando fa più comodo per poi decidere tutto ai caminetti. L’entusiasmo si mantiene lavorando per il partito, mettendosi al servizio dello stesso ma con la certezza che il merito, le idee intelligenti e le proposte sensate trovino qualcuno disposto ad ascoltare nelle segreterie più o meno locali.

Senza il lavoro capillare di circoli e tesserati, non ci sarebbe stata l’elezione di un Consigliere Regionale PD la scorsa settimana, voglio che sia molto chiaro questo. La nostra forza in questa campagna elettorale è stata la presenza sul territorio e il contatto con gli elettori. Senza i circoli, questo semplicemente non può avvenire.

Insomma, anche questa è una situazione che richiede riflessione e un deciso cambiamento che con Elly Schlein segretario vogliamo cominciare a mettere in atto.

“Bello questo libro dei sogni, Paolo”. Sarebbe bello trasformarlo in realtà. La nostra realtà.

Parte da noi. Parte da voi qui oggi. Grazie.