Dentro al mio zaino

Il mio zaino e' un sistema...

Ogni tanto mi chiedono come faccio a tenere insieme tutto: lavoro, Comune, famiglia, testa. Non c’è una risposta magica, ma ci sono strumenti, abitudini, piccoli ancoraggi quotidiani. Uno di questi è il mio zaino.

Senza il mio zaino sono perso. Davvero. Il mio zaino è il mio ufficio, una estensione del mio cervello. Raramente ho un posto fisso dove lavoro, spesso devo farlo in auto, da un cliente, in laboratorio, dal campo da baseball o in municipio quindi devo davvero concentrare il minimo indispensabile dentro lo zaino, per poter lavorare a tutto in autonomia e da qualsiasi punto della terra.

Partiamo dalle basi, quale zaino utilizzo.

Lo Zaino: Attualmente uso un Borealis Classic della North Face, generosamente offerto dall’azienda per la quale lavoro. E’ uno zaino comodissimo, capiente e molto ergonomico rispetto ad altri zaini che ho utilizzato in passato. Ha una capienza di 29 litri ma distribuita in maniera molto intelligente tanto che pur condividendo molte funzionalita’ e spazi con uno zaino da trekking, e’ anche uno zaino perfetto per l’ufficio e la vita personale. Ci sta dentro tutto, anche il guantone da baseball se necessario.

Ma uno zaino non e’ nulla senza il suo contenuto. E allora qui il concetto di piccolo ufficio volante diventa importante.

Tecnologia: Mi accompagna sempre il mio PC di lavoro, un HP EliteBook di ultima generazione, affiancato dal mio inseparabile MacBook Air per tutto il resto (specie per le questioni amministrative). I tablet non mi entusiasmano: li trovo utili in altri contesti – a casa, sul divano per leggere o guardare qualcosa in streaming – ma non per prendere appunti, per quello preferisco carta e penna.
Nella mia borsa non manca mai neppure il Kindle. Non è la scelta più “open”, soprattutto per chi non ama gli ecosistemi chiusi come quello di Amazon, ma la praticità di avere centinaia di libri sempre con sé resta imbattibile. Ultima risorsa tecnologica in dotazione, Le Beads Studio Buds, cuffiette davvero speciali e adatte tanto all’ufficio quanto all’ascolto di musica con noise reduction.

Bullet Journal: Nel mio setup quotidiano non manca mai il Bullet Journal, una presenza fissa che mi accompagna ormai da anni. Lo tengo secondo il metodo di Ryder Carroll, che ho però adattato alle mie abitudini e necessità personali: un sistema flessibile, che mi aiuta a tenere insieme lavoro, progetti, idee e obiettivi. Magari prima o poi ci dedico un post, perché è diventato uno strumento davvero centrale nella mia organizzazione.
Fisicamente uso un notebook A5 della tedesca Leuchtturm1917, nella versione “dotted”, ovvero con pagine puntinate: una scelta pratica e versatile, perfetta tanto per scrivere quanto per disegnare schemi, mappe mentali o semplici bozze.

Cancelleria: Il mio setup quotidiano per la scrittura è piuttosto personale, frutto di abitudini consolidate ma anche di continue sperimentazioni.
Parto da un grande classico: la penna Bic 4 colori standard. È semplice, pratica, e mi consente di differenziare visivamente categorie o urgenze nei miei appunti. Ultimamente però sto rivalutando l’uso di marker a punta fine, che garantiscono una scrittura più marcata, nitida e leggibile — anche se la scelta definitiva è ancora in corso. Immutabili invece, da quando ero all’università, sono gli Stabilo point 88 in versione multicolore: perfetti per codificare visivamente appunti, idee e categorie nel Bullet Journal. Completa il kit una classica matita Staedtler Noris 120, HB, un righello in alluminio da 15 cm sempre Staedtler, Mars 563, qualche graffetta e una gomma. Essenziale ma completo: tutto ciò che serve per prendere appunti ovunque, in modo ordinato ed efficace. Si evince che sono un attimino un fanatico della cancelleria e si… Lo ammetto. Questione di geni, credo.

Acqua: Una Chilly Series 2 da mezzo litro mi basta sia che sia in ufficio o in viaggio. Preferivo la serie 1 ma e’ stato un ottimo acquisto.

Alla fine, il mio zaino non è solo un contenitore: è un sistema. Un ecosistema di oggetti pensati per rendermi autonomo, flessibile e pronto a tutto — dal rispondere a una mail urgente in auto a preparare una delibera seduto in un parco, passando per una sessione di lettura tra un incontro e l’altro.
Non c’è nulla di particolarmente “cool” o minimalista: è tutto lì perché mi serve, perché funziona, perché ci ho messo tempo a capire cosa davvero conta. E credo che prendersi del tempo per definire un proprio “sistema” sia tempo ben speso.


Quindi, se ogni tanto mi chiedono come faccio a tenere insieme tutto, la risposta è: partendo da uno zaino ben fatto, dentro e fuori.