Piccoli esperimenti social d’agosto

Quando i social di massa forse cominciano ad avere poco senso

Questi post sulle vacanze che trovate sulla mia pagina Instagram fanno parte di un piccolo esperimento. Come noto non posto molto, di solito, e questo ormai da qualche anno.
Volevo capire (ma lo sapevo gia’) se oggi ha ancora senso, alla luce delle continue variazioni di algoritmo, usare Instagram (e Facebook) per raccontare qualcosa in modo “tradizionale”: foto curate, testo lungo, un minimo di contesto… Circoscrivendole al contesto privato, quello delle vacanze, della spensieratezza e della famiglia.

La sensazione dopo cinque giorni? Che abbia sempre meno senso.
Questi social sono ormai strumenti pensati per contenuti “mordi e fuggi”: le stories, i reel, le clip veloci. Qualcosa che si consuma in pochi secondi e scompare, senza lasciare traccia (cosi come il nostro tempo). È quello che l’algoritmo premia, quello che arriva alla maggior parte delle persone. Il resto – un post come questo, per esempio – lo vedrà forse l’1% dei propri follower. O meglio, forse abbiamo un pubblico poco attento.

Questo e’ un tipico esempio degli ultimi giorni. Un post visto da piu’ di 400 follower ma con una percentuale di interazione intorno all’1 per cento. E allora ripeto, ha senso? Ha senso per chi vuole restare in contatto prevalentemente con amici e famigliari? Probabilmente no.

Finché ci lasciano la possibilità di mettere link, tanto meglio: almeno resta un ponte verso qualcosa di più solido, verso contenuti che non si dissolvono alla prossima swipe. Ma poi? Quando anche quello verrà limitato o tolto, cosa rimarrà?

Forse sarà la fine di un certo modo di raccontare. O forse sarà l’inizio di qualcosa di nuovo, ma altrove. Per i contenuti piu’ politici avra’ senso? Sperimenteremo anche quello.
Intanto, l’esperimento attuale continua ancora per qualche giorno, almeno fino alla prossima settimana.